Fotografia di Federico Botta

Biografia seria

Sono nato a Carmagnola, non lontano da Torino, nel 1971.
Nel 2001 ho pubblicato il mio primo romanzo Un mattino a Irgalem (Marcos y Marcos 2001, Feltrinelli 2019) Premio Grinzane opera prima e il Premio Via Po. Nel 2004 Il mangiatore di pietre (Marcos y Marcos 2004, Feltrinelli 2016), Premio Città di Bergamo e del Premio Viadana. Ho girato documentari (Carmagnola che resiste, Memorie dell’altoforno), scritto per il teatro (Pietro fuoco e cobalto, Il lavoro cantato, Ballata di un amore italiano, About Fenoglio), per giornali e riviste (Repubblica, Avvenire, Slow Food, Donna, GQ, Travel, Alp, l’olandese Ncr.next e la tedesca ADAC) e realizzato testi per RadioRai (Centolire, Luoghi non comuni). I miei libri per bambini e meno bambini li ho pubblicati per Corraini Edizioni: La vita a un tratto, E più non dimandare (con il pittore Valerio Berruti), Pirulin senza parole e La montagna pirata (insieme all’artista Fausto Gilberti).
Mi è capitato di scrivere racconti, per alcune antologie e di curare per Einaudi l’antologia Racconti di montagna (Einaudi 2007).
Nel gennaio 2010 è uscito per Fandango il mio terzo romanzo L’uomo verticale, Premio Lucca. Poi altri libri come Il signor Mario, Bach e i settanta (Keller Editore 2010) Ballata di un amore italiano (Feltrinelli 2011), Maestro Utrecht (NN editore 2016).
Nel 2014 ho scritto il primo romanzo della serie che ha come protagonisti Arcadipane-Bramard Il caso Bramard (Feltrinelli 2014, Einaudi 2021), cui è seguito il secondo Le bestie giovani (Feltrinelli 2018, Einaudi 2021) e il terzo episodio della serie Una rabbia semplice (Einaudi 2021)
Nel 2017 ho scritto la sceneggiatura per il film Il Mangiatore di Pietre interpretato da Luigi Lo Cascio.
Vivo a Torino e quando posso nella mia casa di montagna in Valle Varaita, dove ho creato il progetto di ospitalità e scrittura AlfaBaita (www.alfabaita.com – coming soon). Da tempo insegno scrittura presso la Scuola Holden e tengo corsi di formazione per gli insegnanti su come utilizzare le tecniche narrative nelle scuole di ogni grado.
I miei libri sono tradotti e pubblicati in molti paesi, ma nel Burkina Faso, no.

Biografia vera

Bambino ero atofo, trifasico, con la riga da una parte,
pantaloni blu maren di velluto fatto ad arte
Crebbi asburgico, un po’ nespolo nell’asilo rosa antico
canticchiando “che può d’arsi ch’io non sappia cosa dico”,
Vacanze stuffie con i nonni ippomatici alveatori
con le onde, le bigliette, facce cicliche di corridori
Ebbi una zia più di tutte, gran sacerdotessa dell’asinara
gran campionessa del coppertone, nemica del congiuntivo e del sapone
Sul molo di Bordighera la ricordo, ma con i capelli già a Spotorno.
Mi piacevano le bambine con la faccia da stariffo,
un po’ gnegne, un po’ saggine, un po’ balilla, moscardine
le sbirlavo da dietro i muri, ma a conversarci mi mansuivo
sbadigliavo, tiravo un sasso, dicevo:
“lo sai qual è la capitale del Burkinafasso?”
poi lessi un vecchio a mare e mi venne un brufolo sul naso
comprai un cappotto di filibusta, un cappello di parnaso
e con quelli attoreggiavo a baudlerino montaliano
che sarebbe poi la razza d’un cagnetto alquanto nano
Questo è stato, così ho fatto una casa un libro un gatto,
una bimba così gnolce, che me la allocco sulla spalla
mi porta al cine, in bicicletta, pedaliamo a scorripanna
Poi la annanno e resto solo, guardo la notte spergiurata
la finestra di un nonnetto, la mina che non s’è vagata
e nel fletulo silenzio s’ode un palpito che chiede
tu chi sei? chi sei tu? perché proprio non si vede!
mi tranguglio, mi strabalzo, poi mansuisco e mi riallasso
sbadiglio, tiro un sasso, dico:
“lo sai qual è la capitale del Burkinafasso?”